BRINDISI MONTAGNA
UN TERRITORIO IN CUI L'UOMO DA SECOLI SI È INSEDIATO CON RISPETTOSO RIGUARDO,
CREANDO UN CONNUBIO ARMONIOSO CON L'AMBIENTE.
UNA TERRA COSÌ COLMA DI BELLEZZE NON SURROGABILI ATTRAVERSO LE IMMAGINI,NESSUNA PAROLA, PER QUANTO BEN SCELTA,
RIUSCIREBBE A DESCRIVERE APPIENO LA MAGIA E L'ARMONIA DI QUESTI LUOGHI.
IL CASTELLO
È certamente l’edificio più antico che all’origine doveva costituire più che una struttura militare un presidio del territorio per funzioni civili, sociali ed economico-produttive.
Si vorrebbe far risalire la sua costruzione al IV secolo, ai tempi della decadenza dell’Impero Romano; ma anche se debba risalire a qualche secolo dopo, il suo stile si avvicina molto a quel periodo storico.
Valida è l’ipotesi che ci rimanda col pensiero alle onde assalitrici di Arabi e Saraceni che risalivano il golfo di Taranto lungo la vallata del Basento, ed alla necessità di cercare rifugio sulle creste dei monti e nel fitto dei boschi: necessità di salvezza che determinò la formazione in luoghi inaccessibili di molti paesi lucani; mentre la minaccia, lo spavento e la fretta di certo non avrebbero potuto favorire lo studio nell’arte accurata nell’edificazione.
Divenne poi dimora dei feudatari succedutisi nelle proprietà, tra i quali i Sanseverino, i D’Erario, gli Antinori, i Battaglia ed infine i Fittipaldi che lo donarono al Comune nei primi del ‘900.
Un riferimento certo è l’investitura concessa da Carlo d’Angiò a Guidone de Foresta: Primus Dominus Brundusii de Montanea et Ansiae (1268).
La Grancia
Era una badia dedicata inizialmente a Santa Maria dell’Acqua Calda, forse per una falda di acqua termale al cui sbocco le mamme, fino al 1950, si recavano per il bucato “ammorbidente” dei bambini. Faceva parte del Feudo di Pietro Morella, che dipendeva giuridicamente da Brindisi, ed era retta dai monaci di San Basilio già prima del terremoto del 1456.
Donata dai principi Sanseverino ai monaci certosini di Padula, fu eretta a Grancia di San Demetrio nel 1503, divenendo una grande azienda rurale condotta da monaci laici. Ebbe il massimo splendore nel 1700.
Dal 2000 la Grancia è lo scenario del Parco storico culturale ed ambientale di Basilicata dove la storia si racconta con la voce dei briganti nel Cinespettacolo “La Storia Bandita”, il più grandioso evento di teatro popolare in Italia.
“La Storia Bandita” grazie all’apporto di una tecnologia molto innovativa, si svolge su una scena panoramica, dove quattrocento volontari delle popolazioni locali danno vita ad un film dal vivo sulla storia delle insorgenze antinapoleoniche e del brigantaggio meridionale nel periodo risorgimentale.
Grandi immagini proiettate sulla montagna, schermi d’acqua, effetti speciali immergono il pubblico nel dramma e nelle speranze di riscatto delle popolazioni meridionali tra ‘700 e ‘800.
Le chiese
La data dell’ultimazione della Chiesa Madre risale al 1627. Fu intitolata a San Nicola di Bari, di cui si conserva una statua realizzata dai Coronei, popolo che si era stabilito nell’abitato.
La Chiesa, nel suo insieme non presenta rari pregi architettonici, ma la navata principale e il coro sono, nell’ampiezza, nei pilastri, nelle volte, sono armonicamente uniti, a differenza delle diverse cappelle laterali, poiché aggiunti in tempo diverso alla navata principale, ad opera di famiglie private.
Il portico di legno richiama il cosiddetto porticato delle prime chiese cristiane, luogo dei catecumeni.
Dedicata a S. Lino Papa, poi distrutta da un terremoto, la Chiesa oggi intitolata alla Madonna delle Grazie, fu ricostruita ed ingrandita, a devozione dei fedeli.
La bellissima immagine della Vergine nell’atto di nutrire il bambino fu portato via nel 1978. La “copia” fu ufficialmente incoronata nel 2008.
La chiesetta che spunta alla sommità del cosiddetto Calvario è dedicata a San Vincenzo Ferreri, risalente al XV secolo.